#Sindemia0202 è stato un primo esperimento verso la costruzione di un punto di vista politico collettivo sulla pandemia e sul suo carattere sindemico, ossia di sovrapposizione di aspetti biologici e sociali che impongono una molteplicità di prospettive e sfumature per cogliere la crisi che caratterizza il nostro presente.

Dalla discussione tra le varie sessioni è emersa la necessità impellente di rivoluzionare il sistema sanitario non solo in contrapposizione alle riforme che negli ultimi decenni hanno progressivamente eroso molti degli aspetti più importanti dalla fondazione del SSN nel 1978 con tagli e privatizzazioni (solo per menzionare alcuni aspetti), ma anche ripensando in chiave futura una nuova sanità che parta dalle nuove dimensioni sociali, dalle lavoratrici e dai lavoratori, dai territori. Il costo in vittime e sofferenze causato dal Coronavirus ha messo in luce l'inaccettabilità del sistema evidentemente mortifero che è stato mano a mano istituito negli anni e per questo è stato possibile mettere in relazione molte realtà che dal Sud al Nord Italia hanno costruito esperienze di lotta, alternativa, mutualismo e conflitto in quest’anno pandemico. Diversi interventi hanno cercato di proporre chiavi di lettura ecologiste e femministe per approfondire in modo multidimensionale e intersezionale la lettura della sindemia. Sono stati condivisi saperi scientifici sul Covid-19, su come il virus ha effettuato il 'salto di specie' e in che modo il contagio si propaga divenendo pandemia. La discussione di tali conoscenze ha evidenziato una volta di più il legame esistente tra il verificarsi di simili epidemie e la mano umana sul pianeta, dunque la sempre più conclamata insostenibilità del modello di sviluppo attuale. Le relazioni di scienziate e scienziati, medici, ricercatrici e ricercatori hanno infine rilevato la prospettiva occidentalocentrica e di inaccettabile profitto che si gioca nella partita sui vaccini e le cause di lungo periodo dell’insorgenza pandemica senza affrontare le quali non sarà possibile trovare risposte di lungo periodo.

Le decine e decine di relazioni hanno visto misurarsi, con differenze ma all’interno di quello che ci pare un quadro sostanzialmente condiviso e che sicuramente andrà ulteriormente arricchito, esperienze molteplici: associazioni, reti sulla salute, sindacati, ricercatrici e ricercatori, realtà di attivismo sociale, assemblee territoriali, spazi sociali. Un’ecologia organizzativa che ci pare sia importante preservare e valorizzare con una logica di lungo periodo, come dalle premesse che hanno condotto alla costruzione di questo convegno. Una discussione che ambisca a costruire coordinate, sapere, strumenti per affrontare la sindemia, forme di mobilitazione e processi di cambiamento, che ci piacerebbe contribuire a ispirare, realizzare e sostenere nei prossimi mesi.

Alcuni interventi hanno posto l’importanza di costruire iniziative che già dalle prossime settimane possano dare visibilità a percorsi e istanze sulla salute, nell’ottica molteplice con la quale si sta cercando di costruire il concetto. Si è discusso di varie vertenze territoriali e di campagne nazionali sulla salute, così come di iniziative europee sulla cancellazione dei brevetti sui vaccini e sull’ostruzione ai profitti sulla pandemia. È stata proposta la data del 7 aprile, il World Health Day, come momento di iniziativa a partire dalla questione sanitaria e dei vaccini. Ed è stata indicata la presenza del G20 sulla salute (il “Global Health Summit” del 21 maggio) in Italia come possibile ulteriore momento per costruire mobilitazione su questi temi. Ci paiono tutti momenti e percorsi utili per contribuire a costruire un piano di iniziativa che dovrà misurarsi sulla capacità di connettere anche in altri contesti le varie istanze e punti di vista emersi dal convegno.

Nei prossimi giorni riporteremo sul sito i video e le trascrizioni di tutte le sessioni del convegno, e invitiamo a segnalarci materiali utili che potremmo inserire. Ci piacerebbe pensare a un secondo grande convegno nazionale, magari in presenza, per l’autunno, e stiamo lavorando su un confronto a livello europeo per i prossimi mesi.

Insomma, la strada per costruire una via d'uscita alternativa dalla sindemia – che alla gestione neoliberista dell'emergenza sanitaria e dei vaccini opponga un nuovo concetto di salute - è sicuramente ancora molto lunga, ci sono tante conoscenze da costruire e mettere in sinergia, tante istanze da approfondire e costruire, tante mobilitazioni da sviluppare. Dai territori in cui viviamo e dalle molte relazioni che abbiamo ascoltato, però, ci sembra emergere chiaramente la necessità di trovare insieme una via d'uscita diversa dal ritorno alla normalità che ci viene promesso: per poter vivere bene servono una vera prevenzione, ovvero non basta una medicalizzazione continua delle comunità, con più esami, più farmaci e più prestazioni sanitarie - approccio sotteso alla mercificazione della salute - bensì serve una cura di tutti quei fattori (sociali, psicologici, economici e ambientali) che concorrono al benessere individuale e collettivo, e una nuova sanità solidale, il più possibile territoriale e di prossimità, che possa guardare ai bisogni delle persone e non a profitti, razionalizzazione e burocrazia.

Speriamo che #Sindemia0202 possa essere stato un tassello utile per contribuire a costruire un percorso collettivo che possa ambire a misurarsi per davvero sulle condizioni attuali e sulla loro trasformazione.

Rimaniamo connessi e a presto!


 

Appello per la costruzione di un convegno nazionale e di una mobilitazione sulla salute

È passato oltre un anno dal violento manifestarsi della diffusione del Covid-19 in tutto il pianeta, col suo tragico impatto in termini di morti e sofferenze. Gli effetti del virus hanno superato quelli di una pandemia, configurando una vera e propria sindemia, in cui la sovrapposizione di problemi di salute con fattori ambientali, economici e sociali si è scaricata sulla società colpendo con durezza le fasce più deboli della popolazione e aggravando le diseguaglianze. Il Covid-19 è stato descritto come un cigno nero: un evento imprevisto che modifica e modificherà in profondità le forme di vita e il riprodursi della società e del capitalismo. Una narrazione che però non tiene conto degli allarmi che comunità scientifica e varie forme di attivismo hanno lanciato nel corso degli anni sugli effetti devastanti del rapporto tra attuale modello di sviluppo e biosfera. Un’epidemia di questa portata era non solo largamente prevedibile, ma prevista.

Il repentino diffondersi del Covid-19 lungo le filiere logistiche planetarie ha trovato risposte variegate nei differenti contesti. In generale, quanto stiamo vivendo dimostra una volta di più come l’attuale assetto politico, economico e sociale globale non voglia, non possa e non sappia tutelare il diritto a una buona vita per tutte e per tutti. Alle nostre latitudini, è immediatamente emersa la totale mancanza di preparazione delle istituzioni, affiancata dalla crisi del servizio sanitario indebolito da decenni di tagli e privatizzazioni. A ciò si è unito il cinismo di Confindustria e di larghi settori economici che hanno dato priorità al business piuttosto che alla vita. Tuttavia, la sindemia ha dimostrato che il concetto di salute non può essere relegato unicamente alla dicotomia malattia / non malattia, ma che è da intendere come una condizione globale di benessere alla quale concorrono diversi fattori.

A partire da queste considerazioni, ci pare ora più che mai necessario iniziare a invertire la rotta, innanzitutto confrontandoci, condividendo esperienze e riflessioni con l’ambizione di sperimentare in forma nuova possibili processi di attivazione e mobilitazione in grado di incidere nell’immediato su come affrontare insieme la sindemia e di sviluppare uno sguardo di prospettiva. Per fare ciò, riteniamo sia importante produrre anche forme di sapere su quanto sta accadendo. Per questo motivo promuoviamo la costruzione di un convegno che ha l’obiettivo di far dialogare esperte ed esperti, medici, operatrici sanitarie, esperienze territoriali sulla salute, sindacati della sanità e singole persone con la prospettiva di produrre una solida conoscenza su quanto sta avvenendo e di iniziare a elaborare progettualità e possibilità di mobilitazione.

Ci sembra che sia decisivo tentare di costruire in modo collegiale e collettivo un nuovo concetto di salute e nuove pratiche, percorsi e strumenti per ripensare questo decisivo fattore sociale. Ed è cruciale farlo puntando ad assemblare e interconnettere una molteplicità di figure in grado di intervenire sul campo di contesa che si delinea nei prossimi mesi nel procedere del Covid-19, a partire ad esempio dalla necessità di forme di assistenza di base e gratuita e mettendo in evidenza il completo fallimento dei sistemi di tracciamento e l’inaccettabile privatizzazione dei brevetti da parte delle multinazionali. La complessità di una sindemia impone inoltre di ragionare e di procedere su più larga scala, interrogandosi sulle cause profonde della diffusione di un virus come il Covid-19, che origina in un contesto estrattivista di continua espropriazione e messa a profitto della natura umana e non-umana. Non è un caso che il Covid-19 origini da un salto di specie, che colpisca con maggiore durezza nei territori più inquinati, che si diffonda lungo le vie dei flussi logistici e finanziari, né che abbia effetti più drammatici sulle soggettività subalterne.

La partita politica nei prossimi mesi, che passa anche per il piano del Recovery Fund, può aprire terreni di mobilitazione per rimettere radicalmente in discussione l’assetto attuale, tutelare tutte le figure che lavorano nel sistema sanitario, progettare una nuova effettiva visione di sanità territoriale e di prossimità, affermare un nuovo concetto di salute dei territori e delle persone che li abitano.
 

Proponiamo di strutturare la giornata di convegno attorno a tre assi di riflessione:


Sessione I - Per una nuova sanità

Questa sessione si focalizzerà sul lavoro e l’accesso al welfare del sistema sanitario, dove vorremmo discutere di nodi, condizioni, problemi e possibilità nel sistema sanitario nazionale e delle vertenze che si sono aperte in questi mesi. Vorremmo sia tracciare una storia del sistema sanitario nazionale che guardare al futuro e alle alternative da costruire, cercando inoltre di allargare la riflessione al tema del rapporto tra salute e lavoro in senso lato.
 

Sessione II - Per un nuovo concetto di salute

Una riflessione su salute, corpi e territori, dove vorremmo elaborare una lettura per una nuova idea di cura e un nuovo concetto olistico di salute, una prospettiva ecologista e femminista sulla sindemia, un confronto tra esperienze territoriali di mobilitazione sulla salute declinate in senso ampio.


Sessione III - Per un Vaccino bene comune

In questa sessione verranno approfonditi i temi della pandemia e della sindemia, inquadrando il tutto a partire dal tema dei vaccini e delle dinamiche di profitto ad essi legate. Vorremmo far interagire in particolare esperti/e ed epidemiologi, e inquadrare una conoscenza scientifica sul Covid-19 anche a partire dal contesto globale.



Invitiamo a costruire il convegno per domenica 28 marzo, organizzandolo in modalità online, in un’intera giornata di dibattito e approfondimento. Per chiunque volesse proporre delle relazioni scrivere a convegnosalute2021@gmail.com entro il 12 marzo. Il programma del convegno verrà lanciato il 14 marzo dopo aver ricevuto idee e proposte e organizzato le sessioni di conseguenza.