Il diritto alla salute: una sanità pubblica e di prossimità. Intervento di Coordinamento Centri Sociali Marche

Coordinamento Centri Sociali Marche
28.03.2021

Per cominciare do giusto un dato rispetto alla situazione attuale nella nostra regione: la regione Marche è stata una delle peggiori per quanto riguarda l'ampliamento dei posti letto durante l'estate anche nonostante ingenti fondi pubblici destinati per questa motivazione. Qua oggi vediamo i risultati di tutto questo, perché siamo la regione con la percentuale più alta di posti letto occupati in terapia intensiva, e parliamo di oltre il 66% quando la soglia critica è stata fissata al 30% e questo significa che nella nostra regione ci sono persone malate di covid che devono fare 14 ore di fila dentro le ambulanze in attesa che si liberi un posto letto.
Inoltre questa situazione va a pesare anche enormemente su tutti gli altri reparti ospedalieri impedendo di fatto di garantire un'assistenza sanitaria adeguata anche ai pazienti non covid. Di fronte a tutto questo la giunta regionale di Fratelli d'Italia ha siglato un accordo con i privati per aumentare del 40% le tariffe per i posti letto privati destinati al covid.

Di fronte a tutto questo noi ci stiamo mobilitando e per ultimo ieri eravamo in piazza ad Ancona.

Noi pensiamo che su questi temi sia importante anche in questo momento continuare ad occupare costantemente lo spazio pubblico con i nostri corpi per rompere la bolla dei nostri social network, la bolla virtuale, riportando anche nello spazio virtuale la dimensione reale. Ci stiamo attivando per mettere in campo un osservatorio regionale sulla sanità che ci permetta di costruire inchieste dal basso anche in forma collettiva, dal bisogno di costruire un sapere che sia anche un'arma da utilizzare come forma di rivendicazione.

Da questo punto di vista noi pensiamo che bisogna attaccare a livello complessivo quella logica neoliberista che sta alla base di tutto quel processo di contro-riforme di cui si è parlato ampiamente oggi e che ha investito la sanità pubblica, quelle contro-riforme che dagli anni '90 hanno determinato regionalizzazione, aziendalizzazione e privatizzazione, tagli e depotenziamento di una medicina invece pubblica e territoriale basata sulla prevenzione e non unicamente sui grandi ospedali.

Da questo punto di vista noi pensiamo che questa logica neoliberista sia la stessa che riguarda la privatizzazione della sanità, ma anche del welfare, così come la questione della privatizzazione e dell'aziendalizzazione del sistema scolastico, penso specialmente agli istituti tecnici e professionali, così come noi pensiamo sia centrale anche la questione del reddito.

Credo che da questo punto di vista dobbiamo tenere a mente il fatto che oggi la dimensione di classe incide pesantemente sulla possibilità di avere accesso alle cure, come anche ai vaccini: oggi ci sono determinate categorie, come quella dei lavoratori dei magazzini, che sono esposte al contagio, ma che non sono riconosciute come prioritarie per quanto riguarda la vaccinazione.

Da questo punto di vista noi pensiamo che sia questo impianto generale che vada messo a critica, quello che determina una asimmetria nell'accesso alle cure, perché non tutti hanno, anche al di fuori del covid, la stessa possibilità di condurre uno stile di vita sano che prevenga determinate malattie croniche. E anche quando si manifesta la malattia, non tutti hanno la stessa possibilità di ricevere una diagnosi in tempi rapidi e delle cure efficaci. Su questo incide molto la questione del reddito, così come anche dei livelli di istruzione, così come anche la dimensione della casa, del territorio in cui si trova la casa, e quindi sono tutti terreni su cui intervenire.

Un altro tema che noi riteniamo fondamentale oggi è quello dei vaccini: una campagna vaccinale che stiamo vedendo essere fortemente diseguale esprime una serie di contraddizioni. Il mese scorso ci siamo recati ad Ascoli Piceno di fronte a una delle più grosse sedi della Pfizer per dire che la ricerca scientifica in materia di salute pubblica non può essere delegata ai privati e a quei colossi del farmaco che ricercano unicamente il profitto, e pensiamo che la questione dei brevetti sia paradigmatica in questo momento e sia importante anche metterla al centro di una serie di mobilitazioni.

Quindi crediamo che sia anche importante aprire uno spazio di ragionamento e di confronto su queste tematiche e sulla possibilità di mettere in campo una mobilitazione anche a livello nazionale pensando agli scenari futuri; al fatto che ad esempio a settembre ci sarà il g20 sulla sanità a Roma che sarà un momento in cui si farà un bilancio rispetto all'andamento della campagna vaccinale e sarà centrale tutta la questione ancora dei brevetti, così come il tema dell'organizzazione sanitaria, e quindi pensiamo che anche su questa direzione bisogna tenere costante un ragionamento e una discussione.