Intervento di Gabriele Raise, sindacalista USB e tecnico di laboratorio di microbiologia a Padova

Gabriele Raise
28.03.2021

Grazie. Intanto un grazie a tutte e a tutti dell'invito. Il mio contributo sarà di tipo sindacale ma un po' personale, nel senso che sono le elaborazioni che sono nate dalla sindemia e vorrei portare il punto di vista mio, dell’organizzazione e di quello che abbiamo visto con i lavoratori. In questa sindemia sicuramente - l'abbiamo già detto – si sono messe alla frusta tutte le contraddizioni del sistema. Lo chiamo sistema perché non è più servizio, e invece noi dovremmo riiniziare a utilizzare la parola “servizio”. Su questo l’intervento precedente è stato molto preciso e corretto. [La sindemia] ha messo in evidenza una mancanza di organico, una mancanza di organizzazione, l’estrema fragilità del sistema regionale, e lo dimostra il fatto che persino Draghi improvvisamente si sveglia e scopre che abbiamo 21 sistemi sanitari, e che ognuno fa – un po’ come le case della libertà di vecchia battuta – un po’ come cazzo gli pare. E in questo i lavoratori come l'hanno vissuta? L’hanno vissuta in realtà con le varie fasi: la prima adrenalinica, la seconda di reazione agli insulti - perché ricordiamoci che in estate le professioni sanitarie venivano insultate quasi fosse colpa loro il discorso della pandemia – poi una ripresa molto faticosa e adesso un ulteriore attacco sul discorso dei NoVax all'interno dei sanitari che è un po' una foglia di fico in realtà per coprire le vere mancanze che sono state fatte nei confronti dei lavoratori. Lavoratori che da anni subiscono l'aziendalizzazione, perché poi i processi sono partiti negli anni ’90 dal punto di vista normativo ma si sono attuati nel tempo, quindi: l’aziendalizzazione, la forza spinta per una professionalizzazione, quasi a cercare di – anzi, questo è l’obiettivo - far saltare i contratti nazionali, e quasi soprattutto per il campo dei professionisti (quindi infermieri, tecnici e tutti quelli di cosiddetta categoria D) quasi a voler portare a dire “beh, rapportatevi da liberi professionisti”. Liberi professionisti che tra l’altro non hanno nemmeno la libera remunerazione da liberi professionisti. Vorrei vedere la contrattazione! Fino ad arrivare al punto dei sindacati corporativi, diciamo i sindacati di categoria del comparto, che propongono di separarsi e – in quella che è la regola base del neoliberismo - fare ognuno come gli pare. E quindi la spinta verso l’individualizzazione. E su questo, parliamoci chiaro, c’è una forte egemonia soprattutto tra i neoassunti, perché la formazione lasciata in mano ai neoliberisti ha portato a un pensiero unico. Chi esce fuori dell’università, anche dal punto di vista del modello di cura, porta avanti un solo modello in realtà. C'è poco confronto e quindi il modello ospedalo-centrico è stato praticamente ingabbiato e portato come unico modello, e quindi una parte della rivoluzione che deve partire soprattutto dagli operatori della sanità è quella di – e in questo mi trovo con le parole di Giuseppe Graziano -- rivoluzionare il sistema di cura, rivoluzionare i processi organizzativi, rivoluzionare le condizioni di lavoro. Le condizioni di lavoro sono messe a dura prova dalla mancanza di personale ma sono anche messe a dura prova da contratti pessimi fatti negli anni. E il futuro non è roseo perché la più grossa rivoluzione che Brunetta vuole portare nei prossimi contratti (e tra l'altro ha anticipato che il contratto della sanità improvvisamente sarà il secondo contratto discusso dopo le funzioni centrali; normalmente era l'ultimo dei comparti essere discusso) è quella del Welfare aziendale che già ha scombinato i piani nel privato e viene reintrodotto pesantemente nel sistema pubblico, arrivando alla contraddizione che i lavoratori della sanità dovranno affidarsi a un Welfare aziendale che sarà in mano privata. È come segare il ramo su cui sei seduto. E quindi arriviamo a questa contraddizione.

Per questo la proposta di una riforma sostanziale, di una rivoluzione sostanziale che parta dai modelli di cura, dalle relazioni sindacali, dal modello sindacale va fatta; perché siamo di fronte ad un ulteriore ultimo attacco da questo punto di vista. C’è il rischio che questo sia anche l'ultimo contratto, appunto se si va verso la personalizzazione, perché o sul pubblico o sul privato questo è l'obiettivo. E mi pare che Confindustria anche nelle relazioni del privato l’abbia detto chiaramente. Ricordiamoci in ulteriore anche i fondi pensione, che sembrano non rientrare nel discorso salute perché appunto nell'azione globale la parte sociale è importante, e non possiamo dimenticarci di questo. Indubbiamente mettere insieme le lotte, avere un progetto, è importante, e questo sarà un bell’argomento di dibattito e anche credo possa essere molto costruttivo. Su questo ci giocheremo il futuro.

Un’ultima cosa che secondo me dobbiamo rivoluzionare è trovare un sistema di partecipazione democratica alle scelte della salute; dividere la policy dalla politics; Quindi capire come inserire un un passaggio di tipo democratico che negli anni è stato tolto, perché anche quello istituzionale delle conferenze di servizio ormai è assolutamente velleitario. Nessun sindaco praticamente incide più, ma forse nemmeno nelle grandi città, nella politica sanitaria. Trovare un sistema alternativo diventa fondamentale: fondamentale per toglierlo all’istituzione politica che ne fa solo una questione coorporativa di cooptazione e di clientelismo. E questo è un altro punto in cui dobbiamo uscire perché altrimenti saremmo in mano semplicemente a degli eletti e delegheremo anche questo passaggio a persone che magari non hanno esattamente i nostri stessi obiettivi di salute pubblica e universale che deve essere fondante in questo Paese.

Quindi io accolgo tutto con favore. Il mio intervento appunto è brevissimo e voleva solo mettere in rilievo questi aspetti perché condivido/condividiamo gran parte degli appelli fatti e delle proposte messe in campo. Si tratterà poi di trovare una maniera per portare questa rivoluzione – e anch’io sono convinto si debba parlare di rivoluzione – del servizio alla luce e portarlo come proposta politica, sindacale e sociale. Grazie.
Articoli consigliati

Ti consigliamo questi articoli