Intervento di Giorgio Sestili. Raccontare la disuguaglianza sociale attraverso i dati sui vaccini nel mondo

Giorgio Sestili
28.03.2021

Grazie a tutte e tutti per questo invito. Prima di cominciare con la mia relazione, vorrei anche un po' interloquire con il dibattito visto che siamo alla fine, al termine di un lungo dibattito cominciato addirittura questa mattina. La prima cosa che mi sento di dire è che all'interno di questa tragedia, perché di questo si tratta, che stiamo vivendo ormai da oltre un anno, sono emerse anche delle cose belle, eccezionali. Noi qui siamo in qualche modo a rappresentare questo: persone che hanno messo a disposizione le loro competenze in ambiti diversi per raccontare questa pandemia, e raccontare un'altra storia di questa pandemia rispetto a quella che in qualche modo è il racconto mainstream che sentiamo un po' quotidianamente su canali ufficiali.
 
Io ho avuto già modo di interloquire con Vittorio sul suo libro, che credo che sia un libro di testo che dovrebbero adottare le scuole nei prossimi anni, per veramente avere un'idea e studiare quello che è accaduto veramente in Italia nella gestione di questa pandemia. E sono molto, molto d'accordo con tutti gli interventi ma in particolare con quanto ha detto Ernesto, il primo intervento di questa sessione perché mi sembra fondamentale. Se sono d'accordo Vittorio ed Ernesto su questo ci tornerei nelle prossime settimane. Mi sembra fondamentale raccontare questa verità che oggi è totalmente assente dal dibattito mainstream, ovvero i vaccini non sono e non saranno la soluzione definitiva di questa pandemia. Questo non lo dice nessuno, non lo dice nessuno e credo che sia un qualcosa sul quale tornare. L'altra cosa è che io penso che questi dibattiti appunto politici, perché di politica si tratta, debbano in qualche modo trovare un ambito che sia in grado anche di innescare un processo; non più dibattiti estemporanei, perché io è da un anno che nel mio piccolo col mio lavoro di ricerca e di divulgazione sulla pandemia cerco di dire che questa tragedia ha fatto esplodere delle contraddizioni che però non sono nuove: esistevano già. I problemi sulla salute, sulla mancanza di una sanità territoriale, i problemi di accesso alle cure per le fasce più deboli, il problema del lavoro e della crisi economica che oggi sta diventando micidiale ma che appunto sta mettendo per l'ennesima volta a rischio le fasce, i soggetti più deboli e adesso sui vaccini.
 
E quindi arriviamo anche alle poche cose che vorrei dire, perché molte sono già state dette: ecco, sono contraddizioni latenti di fondo, già presenti nella nostra società, che in qualche modo la pandemia ha fatto riemergere, ha fatto esplodere; e dovrebbero essere anche un po il punto di partenza, il collante per provare a immaginare insieme un mondo diverso e un sistema alternativo. Quindi il mio invito, la mia speranza è che questi dibattiti non siano estemporanei ma trovino in qualche modo anche una forma di messa in atto di un di un processo.
 
Allora, condivido il mio schermo perché chiaramente qualcosa ho preparato, e ho preparato qualcosa sempre a partire dai dati. Perché secondo me i dati riescono a spiegare molto meglio poi anche quello che vogliamo dire. Allora, questo è un grafico che mostra quella che è in questo momento la situazione dei vaccini nel mondo. Sappiamo che Israele è il paese che ha vaccinato di più. Questi dati sono in rapporto alla popolazione - quindi vaccini effettuati in rapporto alla popolazione. C'è poi il Regno Unito che ha vaccinato moltissimo, però fa impressione vedere un po' la situazione dei vari continenti: Nord America, poi c'è l'Unione Europea, poi c'è il Sud America, poi c'è l'Asia e in fondo c'è l'Africa. In qualche modo la situazione dei vaccini somministrati rispecchia perfettamente quello che è il PIL, se vogliamo, dei paesi. E quindi paesi più ricchi hanno vaccinato di più e poi via via andando nei continenti più poveri vediamo che i vaccini sono stati somministrati sempre di meno. Questo grafico tra l'altro è abbastanza schiacciato proprio perché c'è la curva di Israele e del Regno Unito che, se eliminiamo, mostra ancora di più quella che è la situazione dell'Asia ma in particolare dell'Africa - dove potremmo dire che i vaccini non sono praticamente, quasi per niente arrivati. Si vede ancora meglio la situazione da questa mappa, in cui vediamo che ci sono delle zone del mondo, in Africa e in alcuni paesi asiatici, dove non provengono proprio dati. Quelle zone grigie non sono zone dove si vaccina poco ma sono zone da dove i dati non provengono nemmeno, quindi possiamo immaginare la situazione e chiaramente le difficoltà che si vivono in queste zone.
 
Allora perché mostro questi dati? Perché secondo me questa mappa indica bene due problemi enormi che noi abbiamo di fronte: da una parte c'è un problema che riguarda l'uguaglianza e riguarda il diritto di tutti di poter accedere alle cure e ai vaccini. In questo momento noi vediamo una corsa sfrenata ad accaparrarsi le dosi di vaccino tra i paesi occidentali, nessuno si sta ponendo il problema di come portare le stesse cure e quindi anche i vaccini ai paesi che in questo momento hanno più difficoltà economiche e sanitarie. Poi qualcuno potrebbe anche dire che non ce ne importa nulla a noi occidentali di portare i vaccini nei paesi più in difficoltà - chiaramente non mi riferisco alle persone qui presenti - però si potrebbe anche fare questo ragionamento. Ebbene, lo ha spiegato prima benissimo Ernesto Burgio, questo è un virus che ha una elevatissima capacità di mutare, e più noi lasciamo il virus libero di circolare più aumenta questa probabilità di mutazione. Allora possiamo anche pensare di vaccinare tutti i paesi occidentali, raggiungere un'immunità che non raggiungeremo mai, ma pensare di poter raggiungere un'immunità nei paesi occidentali; ma se il virus continuerà a circolare in Africa, nei paesi asiatici, in sudamerica state certi che prima o poi arriverà una mutazione resistente ai vaccini; e state certi che prima o poi in un mondo globalizzato e connesso come il nostro il virus e le mutazioni del virus troveranno una via per rientrare anche nei paesi occidentali. Quindi portare il vaccino in tutti i continenti e in tutto il mondo non è solo un problema enorme (e che per me è la cosa più importante di uguaglianza e di pari accesso alle cure per tutti e tutte) ma è un problema anche sanitario; perché se vogliamo combattere questa pandemia non dobbiamo debellare il virus ovunque, e non solo in occidente.
 
Quello che sta avvenendo con questa rincorsa al vaccino mi pare che sia ben sintetizzato da questa frase di Boris Johnson che ha detto che la Gran Bretagna sta vaccinando così velocemente grazie al capitalismo, grazie al libero mercato e grazie all'avidità del libero mercato. Questo sintetizza bene la situazione, ma vorrei sottolineare che questo capitalismo e questo libero mercato e la situazione dei brevetti che è già stata affrontata da Vittorio e sulla quale tornerò brevemente,non sta mettendo in difficoltà solo i paesi più poveri, l'Africa o alcuni paesi asiatici. Sta mettendo in difficoltà anche l'Europa, anche l'Italia, perché l'Europa sta trovandosi in una situazione in cui è in continua lotta con le case farmaceutiche che non rispettano i contratti, che non stanno mandando nei nostri paesi le dosi di vaccino che in qualche modo erano state messe nero su bianco sui contratti preliminari; e tutto questo non solo per problemi di produzione - che però anche in questo caso sono dovuti al fatto che non vengono condivisi i brevetti - ma anche perché i vaccini vengono offerti ai migliori offerenti e quindi le case farmaceutiche hanno la volontà chiaramente di trarre il maggior profitto possibile dalla vendita dei vaccini.
 
E proprio oggi sull'Espresso c'è una bellissima storia di Michele, ZeroCalcare dalla quale ho estratto solo questa vignetta che però rispecchia bene un po' il senso di questa sessione sui vaccini bene comune. L'Europa, ma in generale gli stati occidentali, hanno investito milioni e milioni - complessivamente hanno investito miliardi - di soldi pubblici per finanziare prima la ricerca e lo sviluppo dei vaccini e quindi delle case farmaceutiche che hanno investito in ricerca sui vaccini, e poi per comprare in anticipo delle dosi già nella fase di sperimentazione - quindi assumendosi quello che viene definito il rischio d'impresa. E non sono pochi i soldi investiti, perché noi vediamo che solo l'Unione Europea ha investito 100 milioni di euro in ricerca e sviluppo per il vaccino di Pfizer e Biontech e 280 milioni di euro di dosi comprate già nelle fasi di sperimentazione per i vaccini di Pfizer e Moderna e altri 336 milioni sempre ricerca e sviluppo più le dosi acquistate per quanto riguarda il vaccino di AstraZeneca. Sono cifre importanti, soldi che provengono dalle tasche nostre, dalle tasche dei cittadini europei che oggi si ritrovano in una situazione in cui i vaccini non arrivano e quando arrivano costano un sacco di soldi perché (a parte AstraZeneca che l'unica che ha deciso di mettere il vaccino a 2,80€, a prezzo di costo; ma ripeto, AstraZeneca è quella che sta consegnando meno vaccini, e bisognerebbe capire dove stanno andando i vaccini che invece non vengono consegnati) gli altri vaccini costano veramente tanto. Pfizer 13€, Moderna addirittura mi sembra 18€ a dose.
 
E allora sorge spontanea una domanda: ma se il rischio è stato socializzato perché il profitto deve essere privato? Questa mi sembra in questo momento la cosa dalla quale ripartire per mettere a critica l'attuale sistema del libero mercato, l'attuale sistema capitalistico.
 
Poi l'altro elemento di forte disuguaglianza, (perché così ho voluto chiamare questa relazione) che stanno producendo i vaccini lo comprendiamo se guardiamo al nostro interno; cioè alla composizione ormai delle società occidentali, una composizione che vede tantissime popolazioni migranti (questi dati sono in milioni, chiaramente quindi nella sola Europa ci sono più di 89 milioni di immigrati). Tra questi immigrati chiaramente, per fortuna, la maggior parte sono regolari e hanno accesso alle cure, hanno tutta una serie di diritti; ma c'è anche un'enorme fetta di migranti irregolari che sono gli invisibili e che non esistono in alcun piano nazionale vaccinale. Se voi vi prendete le tredici pagine del piano nazionale vaccinale del ministero della salute e del governo non c'è alcun accenno alle vaccinazioni per i migranti, per i richiedenti asilo, per gli immigrati irregolari. Eppure ci sono fior fior di studi scientifici o anche di report fatti dall'Organizzazione Mondiale della Sanità esattamente come dal CDC e da altre organizzazioni non governative che mostrano come chiaramente la pandemia ha enormemente aggravato le condizioni di questi soggetti più deboli; sia in termini sanitari, di salute, sia in termini economici. In Italia l'ultimo censimento degli immigrati irregolari parla di oltre 500mila persone che in questo momento non hanno accesso a tutta una serie di diritti e quindi a cure sanitarie e che in questo momento non vengono minimamente presi in considerazione e censiti per quanto riguarda le vaccinazioni. Io credo che in questo c'è un altro punto importantissimo da sottolineare, e sul quale provare a sviluppare un'azione politica.
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