Ciao a tutti, buon giorno e buona domenica. Innanzitutto noi come sindacato ci siamo interrogati su come fare politica durante la pandemia, conciliando naturalmente quello che siamo - e questo vuol dire stare all'interno di uno spazio politico sociale occupato - e occuparci degli altri attraverso le contraddizioni o le falle del sistema, e in questo caso del sistema sanitario regionale. Il concetto con cui abbiamo lavorato dopo un'attenta analisi (soprattutto per i compagni della sanità; siamo presenti ormai in molti ospedali della Lombardia) è come costruire un percorso che aggredisca la contraddizione del concetto ospedale-centrico in cui noi oggi siamo inseriti. Per cui, attraverso questi compagni e compagne della sanità, si è pensato - dopo un percorso che era già stato fatto sulla consegna dei pacchi con la Brigata Franca Rame, sempre all'interno di questo spazio occupato dove ha sede anche l’ADL Cobas - di intervenire nella sanità. Il sogno - qualcuno lo chiama utopia, per noi era il sogno - che è stato realizzato era quello di fare un tampone sospeso. Io vado nel concreto su quello che è questo tampone sospeso. Il tampone sospeso per noi non è un servizio dato alla popolazione - abbiamo fatto 3 mila tamponi - in cui in pochi minuti (quindici minuti) si dice se sei positivo o negativo, e quindi si fa un tracciamento. Ma è un intervento politico e sindacale dentro la metropoli, nel senso che noi costruiamo forme di relazione per costruire forme di denuncia su ciò che oggi secondo noi dovrebbe essere la sanità; quella sanità che molti qua dentro hanno detto territoriale, quella sanità che deve ripartire dal basso, quella sanità che ci permette in questo momento di pandemia di portare la contraddizione. Allora siccome non siamo quelli che riescono a stare fermi, abbiamo analizzato come poter lavorare politicamente all'interno della pandemia.
Uno degli spazi era la consegna del cibo (ne abbiamo fatte diverse tonnellate) e da novembre è nato questo sogno di costruire una brigata sanitaria. Gli abbiamo dato naturalmente il nome di “Soccorso Rosso” in continuità col lavoro che avevamo fatto, che è un lavoro abbastanza importante. Allora noi oggi però, qua in questo convegno in cui facciamo analisi ma anche riportiamo le questioni importanti che gli altri fanno (ma non è solo teoria), abbiamo bisogno anche di prassi. Ecco, noi vogliamo costruire un sistema sanitario diverso da quello che è oggi come concetto del business, come concetto della salute con i manager che gestiscono gli ospedali, che devono fare i bilanci (se sono positivi o negativi), quindi è bravo chi guadagna ed è da cacciare se i conti in rosso dell'ospedale devono essere coperti dalla regione. E allora per costruire questo nuovo modello di sanità noi crediamo che innanzitutto vadano messe in campo le nostre forme di organizzazione; perché una roba è la teoria e un’altra è la prassi. La teoria senza prassi non serve a niente. Faccio il sindacalista: se noi pensassimo che un per contratto qualsiasi (faccio un esempio a caso, la logistica) bastasse la nostra piattaforma senza la lotta, non credo che ci ascolterebbero. È uguale: nella sanità se noi non mettiamo in campo delle forme di organizzazione dal basso che mettano in discussione il modello ospedale-eccentrico, che mettano e in discussione il concetto di azienda sanitaria (che vuol dire consiglio di amministrazione), che mettano in contraddizione la questione della parità tra pubblico e privato, che mettano in contraddizione quello che oggi è diventata la sanità, ovvero un bancomat (qui in Lombardia è stato per anni il bancomat di una congrega, e adesso delle mafie locali o delle mafie più generali del sud del paese; qui abbiamo credo il record degli inquisiti e degli arrestati, addirittura il presidente regionale Formigoni fu arrestato per scandali nella sanità, proprio perché c'è un flusso di denaro); ecco allora se noi non mettiamo in discussione, attraverso l'agire politico. le forme con cui oggi la sanità è gestita e controllata, noi non riusciremo ad andare avanti.
Noi abbiamo
scelto rispetto alla cura e alla prevenzione. Noi crediamo fermamente nella prevenzione e siamo certi di questo perché se da un anno fosse stato fatto un tracciamento dal basso, se da un anno in ogni luogo di lavoro, in ogni scuola e in ogni quartiere fosse stato attivato un tampone antigenico per tracciare i positivi, io credo che questo crimine contro l'umanità (perché abbiamo superato i 100 mila morti in Italia ed è un crimine), avremmo avuto dei numeri notevolmente più bassi; perché interrompendo il tracciamento attraverso la prevenzione e non scegliendo la cura e l'ospedalizzazione, noi oggi non piangeremmo in ogni quartiere, in ogni palazzo o in ogni famiglia qualche morto amico, vicino o parente. E allora bisogna continuare a sognare.
Io credo che questi convegni servano a mettere insieme le diversità nell'agire politico, nell'agire sociale, nella teoria ma anche le con la prassi. E allora perché non continuare a sognare? Noi come altre realtà stiamo per avviare, con fatica ma lo faremo, un ambulatorio medico dal basso, solidale, e questo lo faremo grazie ai medici e agli infermieri che ci hanno intercettato o che noi abbiamo intercettato. La brigata è formata dalle figure più svariate. Noi abbiamo sia medici, infermieri, oss, abbiamo insegnanti, abbiamo precari, abbiamo pensionati, abbiamo lavoratori della logistica, abbiamo immigrati senza documenti. Ecco ieri abbiamo fatto il tracciamento del sindaco di Milano che è venuto a fare il tampone sospeso al carcere minorile di Beccaria. A farglielo, non è stato un caso ma forse sì, è stato un infermiere salvadoregno senza documenti che non può neanche iscriversi a un corso d’oss nonostante abbia conseguito la laurea in scienze infermieristiche nel suo paese, ma in questo momento serve un esame abilitativo; non avendo la possibilità di fare l'esame abilitativo, è tagliato fuori dal ciclo produttivo ma non dal ciclo solidale. E allora bisogna continuare a sognare.
Siamo un paese dove sicuramente questa pandemia, questo covid verrà cronicizzato; nel senso che Big Pharma ha bisogno di vendere tutti gli anni un vaccino nuovo, un vaccino diverso e purtroppo sappiamo già qual è il destino dell'umanità rispetto a quello del neoliberismo. Allora cominciamo a pensare ad esempio a qualcosa che metta in discussione questo paese. Noi siamo un paese ad alto rischio idrogeologico, siamo un paese dove ormai è palese che il covid continuerà per anni, perché Big Pharma ha bisogno di cronicizzare il covid. Allora pensiamo, con le risorse che abbiamo, con i collettivi e i centri sociali, a una protezione civile dal basso. Questo vuol dire organizzarsi, attraverso quello che siamo, a un intervento politico all'interno dei luoghi dove avvengono i disastri sanitari, sociali idrogeologici, i terremoti; qualsiasi cosa può arrivare insieme da ogni città, conformare delle squadre nostre in cui poter intervenire collettivamente. Ho chiuso, ciao a tutti e buona domenica.